Nella Torino del XIX secolo, una città in rapida trasformazione industriale, molti giovani si trovavano abbandonati a sé stessi, senza guida né sostegno. In questo contesto, l’8 dicembre 1841, Don Giovanni Bosco incontrò Bartolomeo Garelli, un giovane in difficoltà, nella sacrestia della chiesa di San Francesco d’Assisi. Questo incontro segnò l’inizio dell’Oratorio Salesiano, un luogo destinato a diventare un punto di riferimento per migliaia di ragazzi.

Don Bosco, profondamente colpito dalle condizioni dei giovani torinesi, decise di creare un ambiente accogliente dove potessero ricevere istruzione, assistenza spirituale e momenti di svago. Nel 1846 fondò l’Oratorio di San Francesco di Sales nel quartiere di Valdocco, che divenne il cuore pulsante della sua opera educativa. Qui sviluppò il suo innovativo “Sistema Preventivo”, basato su ragione, religione e amorevolezza, offrendo ai giovani un ambiente positivo e formativo.

L’Oratorio non era solo un luogo di catechesi, ma una vera “casa che accoglie, chiesa che evangelizza, scuola che avvia alla vita e cortile per incontrarsi tra amici e vivere in allegria”. Questo modello educativo si diffuse rapidamente, ispirando la nascita di numerosi oratori in Italia e nel mondo, diventando un pilastro della missione salesiana. Ancora oggi, gli oratori salesiani continuano a essere luoghi di crescita, formazione e speranza per migliaia di giovani, incarnando l’eredità di Don Bosco e il suo impegno instancabile per il bene delle nuove generazioni.

La storia del primo Oratorio Salesiano ci ricorda che anche il più piccolo gesto di attenzione verso chi è in difficoltà può dare vita a grandi cambiamenti, trasformando vite e costruendo comunità fondate sull’amore e sulla solidarietà.