di Lucrezia Rugnone, II D, SSIG
Grandi festeggiamenti, come sempre, il 31 gennaio, in occasione del giorno dedicato a Don Bosco, santo protettore dei giovani, degli alunni e degli educatori. Prima di cominciare le attività, siamo stati radunati per un momento di preghiera in teatro. Il professore Fabio Puleo, coordinatore della scuola media, ha sorteggiato i biglietti dell’estrazione prevista. Il primo premio era una statuetta raffigurante Don Bosco insieme ai ragazzi dell’oratorio.
Poi abbiamo assistito ad uno spettacolo teatrale il cui tema era la violenza sulle donne, argomento molto importante e tristemente attuale. La compagnia teatrale di Michele Perricone, che si esibisce già da molti anni nella nostra scuola, ha messo in scena uno spettacolo tratto da una storia vera. Racconta di un uomo, Gabriele, che sente spesso provenire rumori da una casa vicina. Un giorno, gli si presenta una donna, che si affaccia al balcone per prendere un po’ di aria. I due non si erano mai visti prima perché il marito di Virginia le impediva di fare qualsiasi cosa.
Gabriele è uno scrittore, vedovo da un anno. Virginia si incuriosisce e vuol sapere di più della sua professione. Lei, di scarsa istruzione, era sempre stata derisa a scuola, perché balbuziente. Incontrandolo quasi quotidianamente in balcone, impara molto da Gabriele e insieme cominciano a scrivere un libro che parla di una ragazza che vuole trasferirsi a Firenze per studiarne arte e cultura, ma il suo compagno non è d’accordo e allora i due scelgono di prendersi una pausa.
In questo viaggio virtuale, la protagonista del romanzo, con cui si identifica Virginia, conosce un uomo che frequenta la caffetteria dove lei lavora. Lui le mostra i monumenti e i posti più belli di Firenze.
Virginia, grazie a Gabriele, si appassiona alla lettura, ma suo marito lo scopre e le impedisce di continuare perché, secondo lui, lei è solamente "una donna inutile". Lo scrittore la vede strana, prova a capire il perché di tutta questa sofferenza, ma Virginia non riesce ad aprirsi. Una sera, il marito torna ubriaco e picchia la donna. Il giorno dopo, Gabriele le parla, aprendole gli occhi, le fa capire che il senso del possesso e la violenza non hanno niente a che fare con l’amore. E le dà l’opportunità di scappare ed essere finalmente libera, una sensazione che lei non ha mai provato.
Lo spettacolo si conclude, quindi, con un messaggio di speranza e di incoraggiamento per tutte le donne che vivono il dramma della violenza. Al termine della rappresentazione, gli attori hanno risposto ad alcune nostre domande. Subito dopo, abbiamo partecipato alla messa, con l’accompagnamento del coro diretto dal professore Raimondo Capizzi.