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In scena un ex alunno del Don Bosco

di Delia Galioto, II B, SSIG

Continua, con una sorpresa, la "nostra" stagione di prosa. Il 13 dicembre, noi ragazzi abbonati al teatro Biondo, accompagnati dalla docente Eleonora Iannelli, siamo andati a vedere uno spettacolo intitolato "Il tempo attorno". La rappresentazione, che adesso è in tournée in altre città, è la storia di una coppia di magistrati antimafia, Michele Vetrano e Paola Randazzo, e del loro figlio Benedetto, costretto a vivere un’infanzia e un’adolescenza con tante limitazioni e precauzioni da prendere per i rischi relativi al lavoro dei genitori.
Dopo la morte dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e l'omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, il ragazzo e i genitori vivranno segnati dalla paura che la stessa sorte possa capitare anche a loro. La sagoma di un uomo, disegnata a terra, viene ritrovata davanti alla porta della famiglia, come segno di intimidazione: da questo momento, ogni sogno di Benedetto va in frantumi. Lui sarà combattuto tra il desiderio, un giorno, di poter realizzare il suo progetto di vita, diverso da quello di magistrato, come vorrebbe suo padre, e il senso del dovere inculcato dalla famiglia.
I due agenti della scorta sono dei personaggi secondari, che alleggeriscono lo spettacolo con delle gag che fanno sorridere e vedere i diversi approcci che si possono avere nei confronti di questo lavoro: un sogno realizzato, in un caso, e un ripiego, nell’altro, rimpiangendo un passato da musicista.
A un certo punto, inizia il processo del secolo e il magistrato Vetrano diventa uno degli accusatori di Giulio Andreotti, l’uomo più potente della Politica italiana, presidente del Consiglio per ben sette volte. Sarà un lungo periodo, che durerà tanti anni, durante i quali il ragazzo vedrà crollare l'amore tra i genitori, per il peso eccessivo di lavoro del padre e uno stato di angoscia e tristezza in cui cadrà la madre, in preda alla paura che possa capitare qualcosa al figlio a causa sua o loro.
La coppia e il figlio riusciranno a superare quel momento storico e familiare drammatico, ma con un grande sacrificio in nome della Giustizia. E chiedendosi sempre: Ne è valsa la pena? La domanda che probabilmente si sono fatti anche i protagonisti reali ai quali si ispira la sceneggiatura: i magistrati Roberto Scarpinato e Teresa Principato e il figlio Giuliano che ha curato la regia. Bravissimo l’attore, Emanuele Del Castillo, nel ruolo del figlio, e abbiamo scoperto che è un ex alunno della nostra Scuola, che già aveva mosso i primi passi nell’ambito del laboratorio teatrale diretto dai docenti Gianpaolo Bellanca e Miriam Leone.
Questa rappresentazione mi è piaciuta molto e mi ha fatto riflettere su tutto ciò che fanno i magistrati e perché rischiano la vita, la cosa più preziosa al mondo. Ma se non ci fossero loro, oggi sarebbe un disastro e la nostra Sicilia sarebbe completamente nelle mani dei mafiosi, senza regole, senza legalità, senza speranza di sviluppo. Dico grazie a tutti quelli che ogni giorno ci salvano la vita.